The Druids of Edora è un gioco di piazzamento strategico di dadi, in cui i giocatori costruiscono menhir e stele con l'aiuto di erbe curative e pietre misteriose. Assumi il ruolo di druidi e incantatrici, viaggiando attraverso un bosco celtico incantato, ricco di siti sacri e luoghi misteriosi. Durante il tuo viaggio, avrai l'opportunità di costruire stele e menhir, visitare dolmen e il santuario dell'oracolo. Lungo il percorso, raccoglierai diamanti per i tuoi amuleti, vischio per potenti incantesimi ed erbe curative per pozioni. Il gioco è ideato dal celebre autore Stefan Feld.
In The Druids of Edora, i giocatori devono gestire strategicamente il piazzamento dei dadi per costruire strutture sacre e raccogliere risorse essenziali. Ogni turno offre la possibilità di esplorare nuovi siti, raccogliere materiali preziosi e utilizzare abilità speciali per avanzare nel gioco. Le meccaniche coinvolgono la costruzione di menhir e stele, l'uso di erbe curative per ottenere vantaggi e l'utilizzo di pietre misteriose per sbloccare nuove capacità. L'obiettivo è accumulare prestigio attraverso strategie diversificate e superare gli avversari in astuzia e abilità.
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Regole poche e veramente semplici, tutta la curva di apprendimento iniziale è legata alla sola simbologia, del tutto originale e che non mutua nulla da altri titoli (almeno fra quelli a me noti...). Una volta stappata un po' di confidenza sui simboli scorre liscio, mette di fronte a continue decisioni che non lasciano alcuno spazio alla banalità. Si presta a diversi approcci strategici grazie ai meccanismi che consentono si ottenere i medesimi bonus desiderati attraverso una pluralità di strade e alla possibilità di maxare i punti prestigio incamerati da amuleti, pietre, erbe mediche, pozioni, radure controllate, dolmen collegati per primi. La gestione della mappa incorpora una buona dose di interazione, sia nell'occupazione di determinate caselle santuario e nel riscatto dei focolari, possibile solo al primo che li circonda abitando le radure contigue con i propri dari, ma anche e soprattutto nella meccanica del dado più alto ad accaparrarsi a fine partita ogni radura e i relativi menhir/steli ai fini del punteggio. Questo in particolare può essere il vero twist degli ultimi round di partita, in grado di spostare numerosi punti in una direzione piuttosto che in un'altra. Proprio questa dinamica mi fa pensare che il gioco, per quanto scali molto bene anche in due giocatori, sia fatto per dare il meglio di sé in partite con tre o quattro persone al tavolo, con la presenza rispettivamente di 39 o 52 dadi sulle 24 radure della plancia ad accrescere notevolmente sia l'interazione in mappa, sia l'att nazione che ognuno deve porre nel pianificare le proprie azioni per evitare (o limitare) le possibili sorprese. Solo un primo approccio quello avuto oggi...ma mi sbilancio nel dire che mi sembra parecchio più profondo del sempreverde Castelli di Borgogna. Pro: lo si spiega in una mezz'ora appena abbondante, regolamento semplice. Contro: le prime partite dureranno sicuramente una mezz'ora in più del necessario perche la simbologia utilizzata necessità di una o due partite per essere assimilata e inizialmente non è del tutto immediata, richiedendo la consultazione del manuale per evitare errori banali. Estremamente contento dell'acquisto.
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